E’ la terza volta che partecipo al World Harp Congress e questa edizione ancora di più si è rivelata una esperienza unica ed emozionante: sette giorni di prove, concerti, incontri e lunghe chiacchierate con colleghi da ogni parte del mondo, immersione nei colori, sapori e odori di Hong Kong, poche ore per dormire e tanto da vivere.
Un grande onore è stato essere invitato ad esibirsi in uno dei cinque concerti serali ed unirmi ad una meravigliosa esperienza di crossover per lo spettacolo “Sands & Beyond” , unico artista occidentale ad unirsi al Wuji Ensemble del Maestro Wing-fai Law. Il gruppo ha nella sua caratteristica la fusione in spettacoli multimediali di strumenti della tradizione cinese con la musica contemporanea. L’essere scelto dalla Direzione Artistica del WHC per portare l’arpa elettrica come elemento occidentale in un incontro con l’oriente è un riconoscimento del lavoro di ricerca fatto in questi anni ed ho vissuto con grande responsabilità e rispetto la commissione di comporre un brano solista per il prologo con una danzatrice, di arrangiare per due arpe (con la collega Ann Huang) una delle più antiche melodie cinesi, e di partecipare all’ultimo brano improvvisando con la collega Liya Huang unendoci ad un travolgente gruppo di pipa. Lo spettacolo tenutosi davanti ad un migliaio di persone alla City Hall è sicuramente stato di grande fascino, anche se non di facile fruibilità.
Un ringraziamento particolare va all’Istituto Italiano di Cultura ed al Consolato Svizzero che hanno supportato le spese, allo splendido team di colleghe che hanno lavorato al Congresso, in particolare Ann, Angela, Liya, Amy, Ava, ad una fantastica arpista come Dan Yu, direttrice artistica di questa edizione, che mi ha invitato anche a far parte del concerto inaugurale della stagione concertistica internazionale dell’Aeroporto Internazionale, davanti alle principali autorità, a tutti i media e poter così in contemporanea lanciare l’apertura del Congresso il giorno seguente. Infine uno grazie speciale a Jakez Francois ed a tutto il team di Camac Harps, che in tempo record il giorno prima del Congresso ha spacchettato decine di scatoloni per consegnarmi subito l’arpa elettrica per il concerto all’aeroporto e le prove dei giorni successivi.
Ed in mezzo a tutto questo c’è stato modo di riuscire ad ascoltare anche meravigliosi concerti e trascorrere un po’ di tempo incontrando vecchi e nuovi amici. Per mio interesse personale, come era avvenuto a Sydney, ho cercato di ascoltare i programmi più innovativi o di crossover o che gettavano una luce sulle tendenze asiatiche, non comuni da poter ascoltare qui da noi. Andando in ordine di ascolto ricordo proposte interessantissime: le performance di arpa e pittura di Rachel Chiu, di Nathania Ko al konghou (la meravigliosa arpa cinese) con danzatrice, al duo di arpa e guzheng di Nan Wang e Wan Wei; le proposte che arrivano da Taiwan soprattutto con uno straordinario arpista, compositore e direttore come Che-Yi Lee, che mi ha lasciato a bocca aperta con una performance arpa e danza di una perfezione e passione assoluta ed un brano interessantissimo per ottetto d’arpe. Una bellissima sorpresa è stato il timbro del guqin di Bojie Li. In un’altra dimensione ci ha proiettato il progetto di arpa e ocarina di Sojiro e Yo Saito, mentre travolgente è quello proveniente dall’Anatolia, con l’amico Cagatay Akyol, non solo grande virtuoso dell’arpa classica e insegnante. Bellissimo tempo poi abbiamo avuto modo di condividere insieme due settimane dopo all’Accademia estiva in Bulgaria. Un’altra scoperta è stata la composizione della giovane Qing tang con protagonista Xiaotang Gao al konghou ed un piccolo ensemble, pura poesia. E poi le vette classiche, per la serie potrò dire “io c’ero”: il concerto con protagonisti Xavier De Mastre e la splendida Isabelle Moretti. Come non ricordare anche l’omaggio a Damase della sempre deliziosa Chantal Mathieu, o Sylvian Blaissel alle prese con Liszt, o i concerti late night di Mary Doumany e Benjamin Creighton. E poi finalmente come non segnalare un’altra delle arpiste preferite, finalmente potersi reincontrare ed ascoltarla in un concerto in trio da lasciare senza parole, da Rio de Janeiro Cristina Braga.
Una totale immersione nel mondo arpistico, un caleidoscopio per mostrare la versatilità del nostro strumento , una vetrina di progetti particolari, di grandi talenti, di interpretazioni impeccabili ed emozionanti , una settimana per confrontarsi, per provare e suonare arpe, per incontrarsi nuovamente e trascorrere un po’ di tempo insieme con moltissimi colleghi e colleghe, impossibile elencarli tutti e darsi appuntamento in giro per il mondo o al più tardi tra tre anni a Cardiff.